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sabato 23 febbraio 2013

Colloquio N° 14

Carissimi,

oggi è la vigilia di due appuntamenti cruciali, per la Chiesa e per l'Italia.

Il primo evento sarà la chiamata alle urne per scegliere il nuovo Governo, con le conseguenti elezioni politiche. Molti parlano, propongono, dileggiano, ma il criterio corretto per scegliere sono i valori fondamentali: ricordiamoci che se non si tutelano i più deboli, gli ultimi, gli indifesi, allora non si promuoverà alcuna giustizia sociale!

Il secondo evento, ancor più importante perchè ci fa realizzare che stiamo nella storia e viviamo la storia, è l'ultima recita pubblica dell'Angelus di Papa Benedetto XVI, un grande, enorme Papa, del quale pontificato beneficeremo i frutti per i prossimi anni.

Benedetto XVI ha con questa riflessione concluso gli Esercizi Spirituali della Curia di Roma:


"Il Maligno vuole sempre sporcare la creazione per contraddire Dio e per rendere irriconoscibile la sua verità e la sua bellezza", "il 'molto bello' del sesto giorno - espresso dal Creatore - è permanentemente contraddetto dal male di questo mondo, dalla sofferenza, dalla corruzione". "Grazie a voi per questa comunità orante in ascolto, che mi ha accompagnato in questa settimana". "In un mondo così marcato anche dal male, il 'Logos', la bellezza eterna e l"ars' eterna, deve apparire come 'caput cruentatum', cioè 'capo insanguinato", "il Figlio incarnato, il 'Logos' incarnato è coronato con una corona di spine e tuttavia è proprio così: in questa figura sofferente del Figlio di Dio cominciamo a vedere la bellezza più profonda del nostro Creatore e Redentore possiamo, nel silenzio della 'notte oscura, ascoltare la Parola". "E credere non è altro che, nell'oscurità del mondo, toccare la mano di Dio e così, nel silenzio ascoltare la Parola, vedere l'amore".
Vi invito a camminare ulteriormente in questo misterioso universo della fede, per esser sempre più capaci di pregare, di annunciare, di esser testimoni della verità, che è bella, che è amore".


E proprio del Papa sono illuminanti le ultime parole rivolte in occasione dell'incontro odierno con il Presidente della Repubblica Italiana:

«Pregherò per l'Italia»

Ecco, preghiamo anche noi per l'Italia con questa preghiera recitata ogni giorno nella Santa casa di Loreto:

Santa Maria, Madre di Dio, ti salutiamo nella tua casa. Qui l’arcangelo Gabriele ti ha annunciato che dovevi diventare la Madre del Redentore; che in te il Figlio eterno del Padre, per la potenza dello Spirito Santo, voleva farsi uomo. Qui dal profondo del tuo cuore hai detto: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.Così in te il Verbo si è fatto carne. Proteggi il nostro Paese, perché rimanga un Paese credente; perché la fede ci doni l’amore e la speranza che ci indica la strada dall’oggi verso il domani. Tu, Madre buona, soccorrici nella vita e nell’ora della morte. Amen.


Infine vorrei lasciarvi un estratto preso dalla Costituzione pastorale «Gaudium et spes» del Concilio ecumenico Vaticano II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo (Nn. 9-10)

Gli interrogativi più profondi dell’uomo:

Il mondo si presenta oggi potente a un tempo e debole, capace di operare il meglio e il peggio, mentre gli si apre dinanzi la strada della libertà o della schiavitù, del progresso o del regresso, della fraternità o dell’odio. Inoltre l’uomo si rende conto che dipende da lui orientare bene le forze da lui stesso suscitate e che possono schiacciarlo o servirgli. Per questo si pone degli interrogativi.
        In verità gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo. È proprio all’interno dell’uomo che molti elementi si contrastano a vicenda. Da una parte, infatti, come creatura, esperimenta in mille modi i suoi limiti; dall’altra parte si accorge di essere senza confini nelle sue aspirazioni e chiamato a una vita superiore. Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna e a rinunziare alle altre.
        Inoltre, debole e peccatore, non di rado fa quello che non vorrebbe e non fa quello che vorrebbe (cfr. Rm 7, 14 segg.). Per cui soffre in se stesso una divisione, dalla quale provengono anche tante e così gravi discordie nella società. Certamente moltissimi, che vivono in un materialismo pratico, sono lungi dall’avere la chiara percezione di questo dramma, o per lo meno, se sono oppressi dalla miseria, non hanno modo di rifletterci. Molti credono di trovare pace in una interpretazione della realtà proposta in assai differenti maniere. Alcuni poi dai soli sforzi umani attendono una vera e piena liberazione dell’umanità, e sono persuasi che il futuro regno dell’uomo sulla terra appagherà tutti i desideri del loro cuore. Né manca chi, disperando di dare uno scopo alla vita, loda l’audacia di quanti, stimando vuota di ogni senso proprio l’esistenza umana, si sforzano di darne una spiegazione completa solo col proprio ingegno. Con tutto ciò, di fronte all’evoluzione attuale del mondo, diventano sempre più numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi capitali: cos’è l’uomo? Qual è il significato del dolore, del male, della morte che malgrado ogni progresso continuano a sussistere? Cosa valgono queste conquiste a così caro prezzo raggiunte? Che reca l’uomo alla società, e cosa può attendersi da essa? Cosa ci sarà dopo questa vita?
        Ecco, la Chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, dà all’uomo, mediante il suo Spirito, luce e forza perché l’uomo possa rispondere alla suprema sua vocazione; né è dato in terra un altro nome agli uomini in cui possano salvarsi (cfr. At 4, 12). Crede ugualmente di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana. Inoltre la Chiesa afferma che al di sopra di tutti i mutamenti ci sono molte cose che non cambiano; esse trovano il loro ultimo fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli (cfr. Eb 13, 8).


Un caro saluto,

Teòfilo