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mercoledì 16 gennaio 2013

Colloquio N° 12

Carissimi,

trascorso il periodo di festa in cui abbiamo vissuto con gioia e fede il fatto grandioso che ha cambiato per sempre la storia, ovvero Dio che si è fatto uomo in Gesù, abbiamo ripreso il nostro percorso nel tempo ordinario, che non dobbiamo misurare nell'accezione di monotono o noioso, ma anzi ordinario perché in questo tempo si vive l'ordine di Dio che la Chiesa, sua sposa celeste e corpo mistico, ci indica.

Abbiamo indubbiamente tutti bisogno di ordine nella nostra esistenza, consapevoli tuttavia, che tale ordine non può consistere in un ordine umano, terreno, secondo le leggi degli uomini, ma dobbiamo vivere l'ordine di Dio, che è colui che unico ha plasmato il cosmo, colui per il quale tutto esiste e sussiste, riuscendo così a sperimentare hic et nunc una porzione di eternità pur nella dimensione ancora incompleta - poiché vincolata al tempo ed allo spazio - che consiste nella vita terrena.

Infatti, prova dell'assenza di questo ordine secondo Dio sono i molti uomini e donne nel mondo, i quali pur avendo Gesù, immagine di Dio, quotidianamente presente come luce abbagliante, si rifugiano nell'ombra del peccato, dell'errore, del vizio, dando libero sfogo ad un egoismo inumano che degrada l'umanità stessa conducendola verso l'autoeliminazione.

Un caso esemplare è costituito dalle recenti proposte legislative avvenute in Francia in merito al criterio con cui si pensa di definire l'essere umano in merito alla procreazione, come in merito al vincolo del matrimonio. L'errore e la presunzione arrogante che tali manovre sottendono sono grandi, come grandi saranno gli effetti nefasti che tali decisioni porteranno a produrre: come può l'uomo arrogarsi il diritto di autodefinirsi non più come padre o madre ma, utilizzando iperboli linguistiche "genitore 1" e "genitore 2"? Come può l'uomo pensare che non sia assolutamente assurdo - quasi da malattia psicofisica -  ritenere un figlio non come frutto dell'unione tra due diversi: uomo e donna? Come si può pensare che il matrimonio - unione stabile che definisce la famiglia quindi una procreazione - possa essere tale anche se non sussiste il criterio basico per la riproduzione (che peraltro essendo i figli dono di Dio, non è detto che vi siano anche in normali matrimoni eterosessuali)? Come si fa dunque a non credere all'evidenza, di una evoluzione antropologica, biologica, geologica e naturale, ma soprattutto alla storica e reale presenza di Dio?

Si può spiegare in parte con l'ignoranza ormai estremamente diffusa in ogni popolo del c.d. occidente sviluppato, si può forse spiegare con l'intenzione da parte di alcuni, di favorire un modello di sviluppo prevalentemente tecnico, fondato sugli strumenti e non più sugli uomini. Si può spiegare anche con il forte eco rumore che fanno le persone dedite al vizio per non ascoltare la voce della propria coscienza e così perpetrare i comportamenti peccaminosi. Ma alla base vi è sicuramente il male, che assogetta i popoli e prima ancora i cuori delle persone. Come un veleno che si diffonde in un corpo, anche il male agisce nel mondo. Il fatto è dunque che pochi, pochissimi (rispetto alle persone della Terra) in possesso di quasi tutto hanno accettato le seduzioni del maligno e governano secondo criteri diabolici. Tuttavia, parimenti, anche i popoli, beneficati dall'amore di Dio rispondono per quanto loro possibile, con le opere di bene e secondo la volontà di Dio.

Ma i cristiani? Dove sono i cristiani? Dove sta il sale della Terra? E' forse divenuto insipido? Gesù ci ha detto: "quando tornerò, troverò ancora fede sulla terra?" Noi cristiani abbiamo un compito grande, perché grande è la grazia che quotidianamente il Signore Dio riversa su di noi abbondantemente: la testimonianza. Noi dobbiamo testimoniare con la nostra vita, la nostra preghiera e le nostre opere, l'esistenza di un Dio buono, salvatore e misericordioso!

Invochiamo dunque la misericordia del Signore, perché si estenda su di tutti, perché chi oggi è schiavo del demonio, possa convertirsi e diventare anch'egli parte della Chiesa, di Gesù, di Dio.

Un caro saluto,

Teòfilo.